Biodiversità: il libro di Scienze al tempo del Qrcode e dei Mondi Virtuali 3D

Maria Guida

Ipotesi di soluzione

Alcuni anni fa, a seguito di diverse esperienze didattiche svolte nel mondo virtuale di Second Life, ho costruito un fondale marino con l’intento di riprodurre un tratto di mare che si trova in un parco marino non lontano dalla scuola, il Banco di Santa Croce. L’idea del fondale è nato da una chiacchierata con i ragazzi di un’associazione di subacquei e biologi marini che mi parlavano delle bellezze dei nostri fondali.

Ho pensato che gli studenti mai avrebbero potuto studiare dal vivo queste creature che vivono in aree protette ed oltretutto sott’acqua. Non esisteva dunque alternativa al libro di testo?

Così ho provato a riprodurre in Second Life i saraghi, gli ippocampi, le gorgonie gialle e rosse, le meduse, le poseidonie e ad inserirli in un percorso le cui tappe sono scandite da stelle marine che, al tocco, pongono una domanda.

Tra gli oggetti attorno vanno scoperti quelli che,con un clic, aprono immagini, filmati, piccoli file testuali grazie ai quali sarà più semplice trovare la risposta esatta. Le domande, ovviamente, non servono alla valutazione di conoscenze ma sono solo un espediente per coinvolgere gli studenti con un pizzico di sfida. Alla fine del percorso si riceve un premio, un libro da sfogliare sott’acqua che parla delle cose imparate per rivederle e fissarle. L’ambiente subacqueo è liberamente fruibile da chiunque entri nel mondo virtuale.

Questa prima esperienza consente di introdurre, con una modalità quasi ludica, concetti e processi unificanti cioè organizzatori concettuali o cognitivi (sistemi, ordine e organizzazione, evoluzione, equilibrio, forma e funzione ecc) collegati a interrogativi e problemi reali ed in riferimento a questo primo bioma: essi saranno riutilizzati per “leggere” altri biomi visitati dagli studenti nella vita “reale”.

La tappa successiva è un’escursione nel bosco dove gli studenti esplorano l’ambiente naturale seguendo le tracce lasciate dal docente sotto forma di Qrcode, realizzando così un apprendimento che avviene in modalità autonoma ma guidata. Questo modo di apprendere rende gli studenti più autonomi e responsabili del proprio percorso e getta le premesse perché possano imparare in futuro da soli.